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giovedì 22 dicembre 2011

Ed ogni anno nasce



Ed ogni anno nasce


Ogni anno, nelle celebrazioni delle solennità Natalizie, ravviviamo in noi la memoria del nostro Dio che incontra l'uomo e dell'uomo che incontra Dio nella concreta realtà della natura umana.
Il bambino nella mangiatoia è apertura al mondo, guarda con occhi franchi, è amico di tutti: così Dio scorge nel Bambino ogni sua creatura.
E quel bambino è apertura al Padre, del cui aiuto ha bisogno come ogni bambino; a lui si affida e si rimette, consegnando a lui la sua povertà, la sua semplicità, l’evidente fragilità.
Così noi guardiamo il Padre con gli occhi del Figlio e per mezzo di lui l'umanità intera recupera il rapporto filiale con il Padre.
Il Bambino nella mangiatoia non è solo “ la lieta novella che ci viene recata”, diviene legge per la vita di ciascuno di noi: "Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà!"
Dobbiamo trasformare la nostra volontà e le nostre azioni secondo lo spirito dei bambini, imitando la loro disarmante franchezza, la loro capacità di fidarsi, il loro naturale bisogno di amare ed essere amati, dobbiamo imparare l'audacia del bambino, che non dissimula la propria debolezza, ma sa, proprio perché è debole, che il padre avrà cura di lui.
Ma il Bambino nella mangiatoia esige da noi anche un altro atteggiamento: che ritorniamo ad essere bambini con lui tra i nostri fratelli, le nostre sorelle e nei confronti dell'umanità tutta, nella quotidianità del vivere con se stessi e con il prossimo.
Ed allora, ogni anno nasce.               m.z.








lunedì 19 dicembre 2011

auguri

Una Vecchia Favola Di Natale


Una Vecchia Favola Di Natale m.z.



Tanto, tanto, tanto tempo fa, quando le case di notte erano illuminate dalle candele e non c’era né internet, né la televisione, nella calma ovattata della foresta la neve scendeva copiosa e rendeva ancora più silenzioso il silenzio. Era la vigilia della notte di Natale.


Nella baita, la calda luce del camino, disegnava sul muro strane forme e nel lettino, sotto una calda coperta, Mariolino ascoltava la favola di Natale che il nonno gli stava raccontando:


” Devi sapere che le stelle sono nate per un preciso motivo".


Tantissimi anni fa, in una notte come questa, un bambino più o meno della tua età, guardava fuori dalla finestra. Era una notte buia e silenziosa e il cielo era nero e scuro, non c’erano le stelle perché non erano ancora nate e neanche la luna, o meglio, nessuno l’aveva ancora vista. Quel bambino si sentiva solo, ma tanto solo, il suo papà e la sua mamma erano lontani da molti anni, costretti in città per rimediare, con il loro lavoro, qualche soldino. Così anche lui come capita anche a te, viveva da solo con il suo nonno. Essendo quella notte, la notte della vigilia di Natale, quel bambino dal profondo del suo cuoricino espresse un desiderio sperando, che qualcuno ascoltasse la voce del suo desiderio. E qualcuno che ascoltava c’era; era il suo Angelo custode che per tutto l’anno lo aveva visto comportarsi da vero ometto, aiutando il nonno nelle faccende di casa, andando a prendere con il secchio l’acqua alla fonte, mangiando anche le minestre che il nonno preparava per cena senza fare capricci, perché le minestre a lui piacevano proprio poco, ma, povero nonno, quanto era costretto ancora a lavorare! Ma ritornando al nostro Angelo custode, con le lacrime per la commozione raccolto il desiderio, lo volle portare ai piedi di Gesù perché lo esaudisse quella notte stessa. Mancavano pochi minuti allo scoccare della mezzanotte bisognava fare presto, perché tutti i bambini ed adulti era già pronti ad aprire i regali che avevano ricevuto. Allora l’Angelo spalancate le ali prese la rincorsa per volare e lo fece con una tale forza da creare un turbinio capace di sollevare tutta la neve che ricopriva la montagna. Così tantissimi fiocchi di neve volarono nel cielo seguendo la scia dell’Angelo e riempendolo tutto di un’infinità di puntini bianchi. La luna prima di allora non aveva mai illuminato le notti, non brillava perché anche lei era triste e si sentiva sola, senza mai poter parlare con nessuno, lassù nel cielo buio e sconfinato, lontano da tutti. Quella notte, però la nostra luna si stupì nel vedere tutti quei puntini bianchi che danzavano senza sosta nel buio, in un turbinio senza fine, disegnando e creando mille e mille strane figure che si componevano e si scomponevano. Pensò divertita ed esclamando a gran voce disse: ” Sarebbe molto bello e molto divertente se il cielo buio e nero fosse sempre colorato e rallegrato da questa strana invasione bianca” “Sarebbe molto bello e molto divertente se questa danza senza fine fosse vista da tutti” Si rallegrò tanto la luna, si rallegrò tantissimo, ma talmente tanto nel vedere questo strano ma curioso fenomeno che il volto le si illuminò dalla contentezza e dalla gioia, le sue guance incominciarono a brillare. Così, la luna, iniziò a brillare e quanto più brillava, quanto più i fiocchi di neve danzavano e riflettevano la luce con mille e mille colori. E Il nostro Angelo? Era, con il fiato alla gola per la corsa fatta, giunto da Gesù tenendo tra le mani il desiderio del suo protetto come fosse un fiore e come un fiore, lo offri a Gesù perché venisse esaudito. Mentre Gesù e l’Angelo davano vita al desiderio sentirono stupiti, la voce allegra della luna, videro la sua faccia illuminata dal sorriso, sentirono la sua voce che per la prima volta ripeteva” che bello se tutti potessero vedere, che bello se tutti potessero divertirsi come sta accadendo a me in questo momento”. Allora Gesù, volle esaudire anche il desiderio della luna che voleva condividere con tutti la sua gioia e da quel momento, tutti gli uomini guardando il cielo di notte non lo videro più buio ma pieno della luce della luna e di quei puntini luminosi che tutti chiamarono “stelle”. E su richiesta dell’Angelo a Gesù, da quella magica notte, quando un uomo esprime un desiderio e guarda le stelle, che da quella notte non hanno più smesso di brillare, capisce che se una di loro brilla con più forza delle altre, il desiderio espresso è stato esaudito.


Ma tornando a quel bambino che viveva solo con il suo nonno, pochi minuti dopo la comparsa delle stelle, sentì grattare alla porta della baita, la aprì e vide davanti all’uscio una cesta e nella cesta, un cagnolino infreddolito che lo fissava con i suoi occhioni e scodinzolando chiedeva di entrare. Da allora non si sentì più solo, neanche per un istante, perché il suo desiderio era stato esaudito, aveva oltre al nonno, un amico con cui giocare e correre per i prati.


” Che bello” disse Mariolino al nonno “se anche a me, in questa notte di vigilia di Natale qualcuno regalasse un ………………… non aveva ancora finito la frase che un cucciolo saltò sul lettone e scodinzolando si strinse a lui.
                             m.z.