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domenica 5 settembre 2010

la povertà





La povertà è fame. La povertà è vivere senza un tetto. La povertà è essere ammalati e non riuscire a farsi visitare da un medico.
La povertà è non potere andare a scuola e non sapere leggere. La povertà è non avere un lavoro, è timore del futuro, è vivere giorno per giorno.
La povertà è perdere un figlio per una malattia causata dall'inquinamento dell'acqua.
La povertà è non avere potere e non essere rappresentati adeguatamente; la povertà è mancanza di libertà.
La povertà assume volti diversi, volti che cambiano nei luoghi e nel tempo, ed è stata descritta in molti modi.
La povertà è una situazione da cui la gente vuole evadere.
La povertà, quindi, richiede azioni sia da parte dei poveri che dei benestanti, e richiede di cambiare il mondo per fare sì che molte più persone possano avere un buon livello di nutrizione, un alloggio adeguato, accesso all'educazione e alla salute, protezione dalla violenza, e voce in ciò che succede nella loro comunità, un lavoro, la possibilità di sognare il futuro.

Le dimensioni della povertà.

Per capire come si può ridurre la povertà, per capire ciò che contribuisce o meno ad alleviarla e per capire come cambia nel tempo, bisogna definire, misurare, studiare ed anche vivere la povertà.
Dato che la povertà ha tante dimensioni, deve essere osservata mediante una serie di indicatori; indicatori dei livelli di reddito e di consumo, indicatori sociali, di livello di cultura ed anche indicatori della vulnerabilità e del livello di accesso alla società, alla vita politica, indicatori che tengano conto dei luoghi e contesti dove si “misura” il livello di povertà.
Fino ad ora la maggior parte degli studi è stata condotta utilizzando misure di povertà basate sui consumi o sui redditi spesso generalizzanti.   
Non basta stabilire “un reddito minimo” come spesso taluni fanno, il minimo qui, adesso nell’emisfero sud del pianeta può essere differente dal minimo di sopravvivenza chiesto nell’emisfero nord ed è altrettanto innegabile come questo minimo cambi da regione, provincia e spesso città di uno stato (nord e sud Italia).

Si può essere poveri perché non si ha una casa, un automobile , un vestito, un pasto quotidiano, un lavoro; ma la peggiore forma di povertà è togliere ai giovani la possibilità di costruire il proprio futuro privandoli del lavoro, della libertà, dell’istruzione.

....Non chiedermi cosa è la povertà perché l'hai incontrata nella mia casa.
 Guarda il tetto e conta il numero dei buchi.
Guarda i miei utensili e gli abiti che indosso.
Guarda dappertutto e scrivi cosa vedi.
Quello che vedi è la povertà. 

 Kenya, 1997

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