Beata colei che ha creduto
Nel piano della salvezza la fede di Abramo costituisce
l’inizio dell’Antica Alleanza; la fede di Maria nell’annunciazione dà inizio
alla Nuova Alleanza. (Redemptoris Mater 14). Maria è posta nel punto finale della
storia del popolo eletto, in corrispondenza con Abramo (Mt
1,2-16). Abramo è il padre
dei credenti (Rm 4) ,
il modello dei giustificati per fede, è il germe e il modello della fede in
Dio; in Maria il cammino di Abramo trova
il suo culmine. Il lungo cammino della storia della salvezza, attraverso il
deserto, la terra promessa e l’esilio, si concretizza nel resto di Israele in
Maria, la figlia di Sion, madre del Salvatore, è il culmine dell’attesa
messianica, la realizzazione della promessa. Il Signore, facendo in Maria
grandi cose, “ha soccorso Israele, suo
servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri
padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre” (Lc
1,54ss).
Così, tutta la storia della salvezza sfocia in Cristo
“nato da donna” (Gal 4,4). Maria è il popolo di Dio che da il frutto benedetto agli
uomini per la potenza della grazia creatrice di Dio, figlia di Abramo, supera
con la sua fede le incredulità dei figli di Abramo.
In Maria si compie il segno che Acaz re della casa di
Giuda, nella sua incredulità non aveva voluto chiedere a Dio; attraverso il
profeta Isaia, Dio stesso invitava Acaz ad avere fede invece che allearsi con un
re straniero.
Maria non dubiterà di Dio, come fece Acaz, la fede di
Maria cancellerà l’incredulità di Israele e farà, nel seno di Israele, maturare
il “ frutto benedetto dell’Emmanuele”. “Ecco,
la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele” (Mt
1,23; Is 7,14).
Essere la madre di Gesù Cristo implica accompagnarlo
nella sua missione, partecipare della sua missione, condividere le sue
sofferenze, come dirà san Paolo: “Soffro
nella mia carne ciò che manca alla Passione di Cristo”. (Col 1,24)
Maria, come vera figlia di Abramo, ha accettato il
sacrificio di suo figlio, il Figlio della Promessa, poiché Dio, che sostituì il
sacrificio di Isacco con quello di un agnello, “non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi” (Rm
8,32), come vero Agnello,
datoci da Dio, affinché si assumesse e togliesse il peccato del mondo. (Gv
1,29; Ap 5,6).
Non interverrà nessun angelo ad interrompere il sacrificio
del Figlio quando Maria si trova sotto la croce e Maria dovrà realmente
restituire a Dio suo Figlio, il Figlio della promessa compiuta; Gesù è il
primogenito offerto come Isacco, ma non risparmiato.
Ogni primogenito del nuovo Israele è riscattato dalla
morte, Gesù, il Primogenito del Padre, non è solo liberato dalla morte, poiché
è stata la sua morte a liberare l’umanità tutta dalla morte. E Maria non solo
si sottomette alle leggi che ordinano l’offerta del primogenito (Es
13,11-16) e la
purificazione della madre (Lc12,6ss), ma ci si presenta come il modello dell’accettazione e
dell’oblazione: Maria accoglie il Figlio del Padre per offrirlo a noi.
Abramo sale sul monte con Isacco, suo figlio, e ne
ridiscese la promessa di un popolo, così
come è detto: “Perché non mi hai
rifiutato il tuo unico figlio, guarda le stelle del cielo, contale se puoi,
così numerosa sarà la tua discendenza” (Gen. 22 .17). Maria, la Madre di tutti i viventi, sale sul Monte con
Gesù, suo Figlio, e ne discende con tutti noi, perché dalla croce Gesù le dirà:
“Ecco tuo figlio” e, in Giovanni, indicando tutti “ Ecco tua Madre”.
Nell’Annunciazione, si ripete la parola chiave della
storia di Abramo: “Perché nulla è impossibile a Dio” (Lc
1,37; Gen 18,14).
Dio susciterà un figlio, che non è frutto della “carne e
del sangue”, ma della promessa di Dio.
La “discendenza” promessa ad Abramo giunge a Gesù Cristo,
la Parola promessa si compie attraverso la Parola creatrice: in Isacco come
figura e in Gesù Cristo in modo definitivo (Gal 3,16).
Dio pose Abramo davanti a una promessa paradossale: una
posterità numerosa come le stelle del cielo quando era già vecchio e la sua
sposa sterile.
La storia della salvezza, la cui iniziativa appartiene
interamente a Dio, si avvicina all’uomo in Maria, che, con la libertà della
fede, invita Dio ad entrare nella storia, lei giovane donna, ha lasciato
operare la potenza dell’Altissimo, si è fidata di Dio, i suoi discendenti sono
“figli della promessa”; il Figlio di Dio concepito in Maria è il figlio della fede.
Davanti all’incomprensibilità dell’azione di Dio e delle
parole del suo Figlio, Maria non ha ceduto al dubbio dell’incredulità, ma l’ha
accolta e meditata profondamente nel suo cuore.
Maria non chiede spiegazione per comprendere, chiede luce
e aiuto per fare la volontà di Dio.
Da qui il significato di Maria per l’uomo di oggi che
vive nell’incertezza, sentendosi minacciato da ogni parte, e costantemente vede
in pericolo il senso della sua vita, perché solo, perché cerca in sé stesso la
forza e le risposte al suo capire, al suo agire, alle sue attese, senso ultimo
della vita che trova una risposta solo nel
pieno abbandono, nel fidarsi di Dio.
“Maria è l’immagine dell’uomo redento da Cristo, in lei
conosciamo il cambiamento operato nell’uomo salvato da Cristo, uomo in cui si
manifesta tutta la luce, la grandezza e la dignità dell’uomo redento. “Se la
Chiesa è l’ambito in cui nasce la nuova umanità, Maria è la cellula germinale e
la pienezza del suo “ SI ”, è stata la
nascita e l’inizio del pellegrinaggio del popolo di Dio verso la Gerusalemme
celeste.
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