Parrocchie
di San Rocco e San Lorenzo Martire
CHIESA:
FAMIGLIA DI FAMIGLIE
1- Crisi di fede in
famiglia,
Spesso
ci capita di sentire frasi tipo: “Io credo a Gesù ma non voglio sentir parlare
della Istituzione Chiesa e dei preti, del
vaticano, delle gerarchie ecclesiastiche...” e questo ci deve provocare nel
profondo della nostra fede. Per noi sarebbe impossibile una Chiesa senza Cristo
suo fondatore e capo ancora oggi presente e vivo in essa, senza Pietro su cui Cristo
ha fondato la sua Chiesa, senza la ricchezza del dono dei sacramenti. Questa
situazione di rifiuto si verifica talvolta anche nelle nostre famiglie, o
introdotta dall'esterno, ad esempio la ragazza o il ragazzo di un nostro figlio/a,
oppure perché sorge all'interno stesso del nostro contesto familiare. Un figlio/a
che manifesta questa convinzione può divenire occasione di “crisi/dubbio” nei
genitori che si chiedono: “In che cosa abbiamo sbagliato? Perché non siamo
stati credibili nel nostro annuncio con i figli?” Addirittura questa difficoltà
di fede può generare difficoltà in noi stessi a vivere quanto il Credo ci
indica.
“Occorre
quindi fare chiarezza su alcuni punti fondamentali di Chiesa
come Popolo di Dio”
Innanzi tutto va detto che di questo concetto si è riappropriato,
mettendolo in risalto, il concilio
Vaticano II e con esso, si intendono evidenziare due verità importanti:
- La prima:
- il
carattere storico della Chiesa.
La
Chiesa, erede del popolo dell’Antica Alleanza ampliato e redento da Cristo, non
è una realtà disincarnata, che sta fuori o al di sopra della storia, ma una
realtà inserita nel tempo, un popolo in cammino, che non cammina in disparte ma
in mezzo agli altri popoli, condividendone i problemi, le difficoltà, le
angosce, chiamata ad operare per le strade del mondo come il buon samaritano e
il buon pastore.
- La seconda:
- la Chiesa
è il popolo messianico che ha ereditato gli uffici messianici di Cristo.
l'ufficio sacerdotale, per cui si offre come vittima viva, santa, gradita a Dio per la
salvezza di tutti gli uomini; l'ufficio
profetico, per cui diviene messaggero del Vangelo inviato a tutte
le genti, e l'ufficio regale,
per cui ha il potere di instaurare il regno di Dio in questo mondo.
Questi uffici sono di tutto il popolo e di tutti i suoi membri; sicché non soltanto la
gerarchia, ma anche tutti i
fedeli sono investiti degli uffici del sacerdozio (sacerdozio
comune dei fedeli), della profezia
(dell'annuncio del Vangelo e pertanto del dovere missionario) e della regalità mediante il
servizio (per instaurare il regno di Dio in questo mondo).
2- Credo la santa Chiesa
cattolica
La
Chiesa è composta da coloro che professano e vivono il Credo. Il fatto di
scoprire che la Chiesa è dove si vive la fede apre a un profondo senso di
corresponsabilità sia al suo interno che all'esterno. Al suo interno ci impegna
a un dialogo con le diverse realtà educative: oratorio, catechesi, animazione,
movimenti, gruppi sportivi. Al suo esterno ci impegna in una prospettiva
missionaria: annunciare la fede nel mondo del lavoro, dove i nostri figli
studiano, nelle nostre abitazioni, nelle relazioni interpersonali, nelle varie
istituzioni in cui possiamo essere presenti, rivolgendosi a tutti gli uomini di
buona volontà e a coloro che ancora devono scoprirsi parte del Popolo di Dio in
cammino in questa realtà terrena. Vivere la fede nella Chiesa per le nostre
famiglie è partecipare alla comunità cristiana con la consapevolezza che in
forza del sacramento del matrimonio ogni famiglia è una Chiesa domestica;
realtà nella quale lo Spirito agisce e alla quale ha elargito i suoi doni.
3- Questa è la nostra fede
Il
rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla
vita dei credenti; con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono
infatti chiamati a far risplendere la Parola di verità che il Signore Gesù ci
ha lasciato. L’Anno della fede, in questa prospettiva, è stato un invito ad
un'autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo e
alla Chiesa Popolo di Dio in cammino quale sacramento di Cristo nel mondo. Nel
mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l'Amore che
salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei
peccati nella gioia del perdono.
Per
l'apostolo Paolo, grazie alla fede e al battesimo l’uomo viene introdotto in
una nuova vita e in una comunità di fratelli: la Chiesa corpo di Cristo animata
dalla carità. In quanto corpo di Cristo, la comunione è l'anima della
Chiesa. La fede in Dio Trinità ci dice che la comunione è possibile ed è un
dono che accogliamo da Lui; è grazia e non
la somma dei nostri sforzi o il frutto delle nostre buone volontà. Ciò
che ci fa diventare costruttori di comunione è prima di tutto il credere
all'amore di Cristo, che ha dato il suo sangue per ogni uomo e donna. Ciò
significa vivere la comunione come un'esigenza oggettiva della nostra fede,
uniti a tutta la Chiesa universale, e senza cadere in arbitrarie selezioni
di persone e di compiti ecclesiali. La Chiesa è una: nonostante la
diversità di popoli e culture; ci sono vincoli di unità, quali la professione
di fede, la celebrazione comune dei sacramenti, la successione apostolica.
Sappiamo che ci sono ferite che hanno provocato scismi, come quello con la
Chiesa Ortodossa, Protestante o Anglicana. La Chiesa è santa perché santo è il
suo fondatore e perché essa stessa strumento di santificazione, nei sacramenti.
La
Chiesa è cattolica, cioè universale perché in essa è pienamente presente Cristo e perché la
missione della Chiesa è per tutto il genere umano. Ogni Chiesa locale esprime
le caratteristiche della Chiesa universale, unita a quella di Roma che
“presiede nella carità”.
La
chiesa è presente poi nelle parrocchie e in esse c’è una ulteriore presenza
speciale della Chiesa: la famiglia piccola Chiesa o Chiesa domestica.
Ogni parrocchie è e dovrebbe sempre più essere una famiglia di famiglie.
4- La Chiesa domestica
La famiglia
cristiana è stata chiamata dal Concilio Vaticano II “Chiesa domestica”. E’ giusto sottolineare tre analogie fondamentali tra la Chiesa e la
famiglia. Come la Chiesa, anche la famiglia è: Vocazione - Mistero - Ministero.
a)
Famiglia come vocazione
Come
la Chiesa, la famiglia è una comunità di chiamati dall’amore di Dio alla santità,
a fare l’esperienza di un amore più grande. Il Signore chiede agli sposi
cristiani di amarsi di un amore che renda presente l’amore di Cristo per la sua
Chiesa e per l’umanità (Ef 5,23): amore fedele, irrevocabile, amore
misericordioso e gratuito, amore crocifisso, amore aperto a tutti. Dio non chiede
nulla senza donare ciò che chiede: Lui ama per primo e ci mette sempre in
condizioni di rispondere, se lo accogliamo e diciamo il nostro “sì” fidandoci
pienamente di Lui. L’amore coniugale è
partecipazione alla vita trinitaria, è segno dell’amore con cui il Padre e il
Figlio si amano, un amore così forte che diventa persona (Spirito Santo) ed è
l’amore, la fonte dell’indissolubilità del Matrimonio Sacramento. Questa unione
non è un impegno legale, ma una realtà mistica: le Tre Persone abitano il cuore
di chi crede e rendono possibile una fedeltà senza ripensamenti se Dio è la
fonte perenne ed inesauribile del nostro amore. Il matrimonio è cammino verso
questa pienezza: come ogni cammino finirà, ma camminando avremo imparato ad
amare. Ogni credente vive un rapporto di coniugalità con l’Assoluto e lo
costruisce nella preghiera personale. Ai coniugi sono anche chiesti momenti di
preghiera di coppia e di famiglia, perché, come l’amicizia si costruisce con la
presenza, con il dialogo, così l’amicizia con Dio si costruisce con la
preghiera e la vita sacramentale che
sono il dialogare con DIO.
b)
Famiglia come mistero
Il
“mistero” che la famiglia vive in analogia con il mistero della comunità
ecclesiale, è l’essere segno e strumento dell’amore che salva. Non sempre la
famiglia è ciò che dovrebbe essere, ma conosce momenti di amore e di peccato,
di slancio e di arresto, come la Chiesa nel suo cammino verso la Salvezza. E’
la fedeltà di Dio l’unica fonte di speranza. Per l’una e per l’altra,(
chiesa e famiglia) nonostante ogni cedimento, rimangono punto fermo i
Sacramenti, con i quali si è fortificati ed arricchiti dalla vita di Cristo che
ci viene donata. La Chiesa genera, educa, edifica la famiglia cristiana;
questa, a sua volta, genera e cresce figli. I figli sono mistero per i
genitori, come sono mistero per la Chiesa i suoi figli. La famiglia, come la
Chiesa, è sollecita verso ogni figlio, lo segue, lo ama, lo educa, desidera che
sia fedele, ma è impotente di fronte ai suoi rifiuti, di fronte al suo
allontanamento. Sia la Chiesa che la famiglia devono primariamente avere la
capacità di vivere di accettazione, di attesa orante, di accoglienza, di
perdono. Modello di questo è Gesù che chiede al Padre di perdonare coloro
che non sanno quello che fanno e a Maria di accettare in Giovanni tutti gli uomini,
anche chi lo stava uccidendo. Egli continua a chiedere questo a noi, oggi: amore, fedeltà, perdono.
c)
Famiglia come ministero
La
famiglia è piccola Chiesa nel suo “ministero”: è comunità di persone chiamate
al servizio del mondo. Solo l’amore vero, autentico è un amore aperto a tutti,
non chiuso nella piccola cerchia delle mura domestiche, concentrato solo su se
stesso, ma aperto e attento ad un orizzonte più ampio.
L’amore
che non viene messo al servizio degli altri è un dono destinato a svilirsi,
perché è un “egoismo a due” contrabbandato come amore. In base a come si intende
e si vive l’amore, il matrimonio esiste o cessa di essere o si interrompe.
Spesso la nostra vita è come una strada soggetta a smottamenti. Per riparare
una strada si rifà il terrapieno; per ristabilire l’amore si vive il Sacramento
della Riconciliazione perché il perdono rifà nuove tutte le cose. La qualità
dell’amore determina anche il rapporto con i figli. Una forzata ed esasperante progettualità su di
loro diventa egoismo, perché i genitori a volte dimenticano di essere solo
custodi, animatori della loro vita, mai padroni. I figli sono fratelli nella
fede, esseri liberi e misteriosi affidati ai genitori, perché diventino adulti
secondo i loro talenti. E’ egoismo pretendere o dare per scontato che i
fratelli a priori si debbano voler bene l’un l’altro o che siano generosi con
gli amici; impareranno a volersi bene e ad essere generosi solo dopo una lenta opera
di testimonianza vissuta, che insegnerà loro a riflettere e a scegliere. La famiglia ricca di fecondità è quella che
esce dai limiti della sua casa, si apre alle altre coppie, ai problemi, alle
gioie, alle sofferenze degli altri, ai bisogni di giustizia, di solidarietà di
tutti, è attenta ai piccoli, ai poveri e fonda il suo essere in Dio Padre
dispensatore di ogni bene, è la famiglia che ogni giorno costruisce pazientemente
l’amore che vive e in cui crede anche nei piccoli gesti.
Nella
comunità cristiana la famiglia porterà il suo stile di accoglienza, di calore,
di perdono, e dallo stile della liturgia nella quale sempre e dovunque la
comunità si manifesta e rende grazie al Signore, imparerà il mistero della
Provvidenza, il valore insostituibile della gratitudine, sarà capace di uno
sguardo di benevolenza verso tutti i fratelli, imparerà a rendere grazie per le
presenze e le diversità, per le piccole e grandi realtà quotidiane con le loro
luci e con le loro ombre, vivrà la
grazia e la gioia del perdono.
Momento di
scambio e dialogo comune
Domande
per il singolo
1.
Davanti
a uno che dice “Cristo sì, la Chiesa no”, fino a che punto sono disposto/a a
testimoniare che io “credo la santa Chiesa cattolica”?
2. Come reagisco alle obiezioni alla
santità della Chiesa? Come posso far cogliere il mistero della Chiesa a chi non
lo conosce?
3. Mi sforzo di cogliere il mistero di
Chiesa presente nella mia comunità parrocchiale con tutti i limiti che
riconosco?
Domande
per la coppia
1.
Siamo più stupiti o spaventati dal fatto che Dio paragona il suo rapporto con
la Chiesa a quello della coppia, quindi della nostra coppia? Che cosa ci
stupisce e cosa ci spaventa?
2.
Siamo consapevoli che siamo chiesa domestica e che siamo vocazione, mistero e
ministero? Quali gesti compio, in famiglia, perché si possa sperimentare che è
“Piccola Chiesa”? (perdono - preghiera - servizio - accoglienza - speranza - ecc.)
3.
Le fragilità, le imperfezioni, le incomprensioni che viviamo tra noi sono
simili a quelle che si vivono nella Chiesa: ci sforziamo di vivere nella
preghiera anche questi “limiti”? Nei confronti dell'altro/a e della nostra
comunità, abbiamo uno sguardo fatto di stupore e di accoglienza, di umiltà e di
affetto, di dedizione appassionata e fedele?
Domande
per il Gruppo familiare
1.
Quali punti della dottrina della Chiesa “una, santa, cattolica” troviamo
difficili da accettare e cosa facciamo per riuscire ad osservarli anche se ci
costa fatica?
2.
Qual è il nostro sguardo nei confronti della parrocchia in cui viviamo: la
vediamo più come istituzione, organizzazione burocratica, struttura di
solidarietà e beneficenza, agenzia educativa... o è altro?
3.
È palese, dalle scelte che fa e dai progetti che ha, la sua origine trinitaria?
Come possiamo aiutarla, in quanto famiglie, ad essere famiglia di famiglie?
Concludiamo
pregando
(Credo nel popolo di Dio, Professione di
fede pronunciata da papa Paolo VI il 30 giugno 1968 alla chiusura dell'Anno
della fede e nel diciannovesimo del martino dei santi Apostoli Pietro e Paolo)
Noi
crediamo nella Chiesa,
una, santa, cattolica e apostolica, edificata da Gesù Cristo sopra questa
pietra, che è Pietro.
Nel
corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i Sacramenti, che
emanano dalla sua pienezza.
È
con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del Mistero della Morte e
della Risurrezione di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, che le dona
vita e azione.
Essa
è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non
possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita,
i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei
peccati e nei disordini, che impediscono l'irradiazione della sua santità.
Perciò
la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere
di guarire i suoi figli con il Sangue di Cristo e il dono dello Spinto Santo.
Noi
crediamo che la Chiesa, che
Gesù ha fondato e per la quale ha pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel
culto e nel vincolo della comunione gerarchica.
Noi
nutriamo la speranza che i cristiani, i quali non sono ancora nella piena
comunione con l'unica Chiesa, si riuniranno un giorno in un solo gregge con un
solo Pastore.
Vivere la
fede
Organizziamo
un incontro col parroco nelle nostre case per condividere i contenuti di questo
incontro e decidere insieme cosa può fare la nostra famiglia per sentirsi
corresponsabile della comunità, chiesa domestica nel senso pieno del termine.
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